Il crollo del Ponte Morandi, in termini di conseguenze, non ha sortito effetti negativi solo sulla città e la sua viabilità, ma ha indubbiamente intaccato tutto il sistema economico-turistico-commerciale che gira intorno alla Superba.
Turismo in calo, ma poco preoccupante
In termini turistici (ricordiamo che il ponte è crollato alla veglia di ferragosto), si può affermare che solo dopo due settimane, ad inizio settembre, si è registrato un calo del -4,17% di turisti rispetto allo stesso periodo nel 2017, considerato un “anno da record”, in termini turistici. Nulla di così sconvolgente, diciamo. Il crollo del ponte ha avuto sicuramente un impatto negativo, sebbene non così drammatico come si pensava: in generale, rispetto al 2017, si è registrata una riduzione del -2,21%.
Gli stranieri sono più reticenti a visitare la Liguria
Secondo le statistiche della Regione Liguria, che sono state rese note all’occasione dell’incontro sul piano straordinario per il Turismo 2019, si sostiene che a settembre gli arrivi nella regione siano stati di 4.120.125 persone, solo lo 0,11% in meno rispetto al 2017. È interessante notare, inoltre, come il calo registrato interessi particolarmente i turisti stranieri: mentre gli italiani, anche un mese solo dopo la tragedia, continuavano a visitare la Liguria (è stato registrato un aumento del +7,5% rispetto al 2017), a costo anche di perdere ore in più del loro tempo imbottigliati nel traffico, a causa delle numerose deviazioni autostradali, i turisti stranieri invece risultavano nel mese di settembre in calo del -5,5%. Paragonato al 2017, quindi, il numero degli italiani sul territorio ligure non ha compensato la perdita dei vacanzieri stranieri (-7,85%), provenienti soprattutto da nazioni limitrofe come la Francia, la Svizzera, la Germania (addirittura del -15%), fino ad arrivare ai Paesi Bassi e alla Scandinavia. Il presidente della Regione Giovanni Toti commenta questi dati sostenendo che, all’apparenza, la tragedia abbia segnato di più gli animi stranieri che quelli dei concittadini italiani.
La Regione ha, da subito, messo in atto il raddoppiamento dei finanziamenti per la promozione turistica della Liguria, che aveva subìto un rallentamento in termini di immagine (il territorio ligure giova del turismo principalmente d’estate), sia a livello nazionale che internazionale. Toti ricorda come, in generale, il 2018 non sia stato un anno particolarmente redditizio, a partire dalle instabilità atmosferiche di inizio estate al dramma del 14 agosto.
Le prospettive per il 2019
La speranza sta nel migliorare i numeri del 2019: grazie a campagne di immagine ad hoc e ad un piano di promozione vigoroso, si potrebbe riuscire a ristabilire il numero dei turisti – vecchi e nuovi – tramite anche il rifacimento ed il miglioramento di alcune zone particolarmente gettonate. In termini numerici, con il fondo strategico regionale, sono stati stanziati circa 7,5 milioni di euro che verranno raddoppiati e utilizzati in diversi ambiti: 6 milioni di euro (quindi 12 milioni) saranno destinati alla riqualificazione delle strutture alberghiere, un milione (quindi due milioni) per il paesaggio e la costruzione di nuove aree ed infine 500 mila euro (un milione) per un bando innovativo, nella speranza di favorire la creazione di associazioni che abbiano come scopo la valorizzazione e la realizzazione di nuovi prodotti turistici sul territorio.
A questo progetto si aggiunge un altro milione e mezzo indirizzato alla proposta di nuovi progetti infrastrutturali da parte dei singoli comuni, che abbiano, però, un palese interesse turistico.
Un aiuto per tutti
Nonostante l’opinione generale ritenesse che l’attenzione dovesse accentrarsi soprattutto sul capoluogo ligure, in realtà – anche in seguito ai dati registrati nel 2018 – tutta la regione avrebbe dovuto ricevere lo stesso trattamento in termini di promozione straordinaria del territorio. La Regione sarà quindi sempre più presente nelle capitali europee, tramite l’Agenzia in Liguria, affinché venga promosso il territorio ligure anche all’estero. Grazie alla prontezza che hanno avuto le istituzioni ad attivare delle vie alternative per i flussi turistici, il calo registrato a seguito del crollo è moderatamente contenuto. Hanno giocato un ruolo importante anche il porto di Genova, scalo primario per numerosi traghetti e navi da crociera, e quello di La Spezia, i quali consentono ai naviganti di avere del tempo per visitare le città e favorire, in questo modo, l’attività turistica. Altro elemento rilevante è l’Aeroporto Cristoforo Colombo di Genova, rimasto tagliato fuori dai collegamenti diretti con il centro città a causa della prossimità col ponte Morandi. Questo sarà oggetto di investimenti nel 2019 al fine di migliorare i legami con le principali nazioni straniere, tra le quali Svizzera e Paesi Bassi.
Il ponte ha contribuito? Si, ma non pesantemente.
In conclusione, il tragico crollo non ha infierito in maniera drastica sul turismo ligure, anzi. In generale, nei primi 11 mesi del 2018 sono stati registrati più di 1.900.000 turisti nel comune di Genova, 100 mila in più rispetto al 2017; in particolare, nel mese di novembre, vi è stato un incremento degli arrivi del 9%.
Turismo in calo, ma poco preoccupante
In termini turistici (ricordiamo che il ponte è crollato alla veglia di ferragosto), si può affermare che solo dopo due settimane, ad inizio settembre, si è registrato un calo del -4,17% di turisti rispetto allo stesso periodo nel 2017, considerato un “anno da record”, in termini turistici. Nulla di così sconvolgente, diciamo. Il crollo del ponte ha avuto sicuramente un impatto negativo, sebbene non così drammatico come si pensava: in generale, rispetto al 2017, si è registrata una riduzione del -2,21%.
Gli stranieri sono più reticenti a visitare la Liguria
Secondo le statistiche della Regione Liguria, che sono state rese note all’occasione dell’incontro sul piano straordinario per il Turismo 2019, si sostiene che a settembre gli arrivi nella regione siano stati di 4.120.125 persone, solo lo 0,11% in meno rispetto al 2017. È interessante notare, inoltre, come il calo registrato interessi particolarmente i turisti stranieri: mentre gli italiani, anche un mese solo dopo la tragedia, continuavano a visitare la Liguria (è stato registrato un aumento del +7,5% rispetto al 2017), a costo anche di perdere ore in più del loro tempo imbottigliati nel traffico, a causa delle numerose deviazioni autostradali, i turisti stranieri invece risultavano nel mese di settembre in calo del -5,5%. Paragonato al 2017, quindi, il numero degli italiani sul territorio ligure non ha compensato la perdita dei vacanzieri stranieri (-7,85%), provenienti soprattutto da nazioni limitrofe come la Francia, la Svizzera, la Germania (addirittura del -15%), fino ad arrivare ai Paesi Bassi e alla Scandinavia. Il presidente della Regione Giovanni Toti commenta questi dati sostenendo che, all’apparenza, la tragedia abbia segnato di più gli animi stranieri che quelli dei concittadini italiani.
La Regione ha, da subito, messo in atto il raddoppiamento dei finanziamenti per la promozione turistica della Liguria, che aveva subìto un rallentamento in termini di immagine (il territorio ligure giova del turismo principalmente d’estate), sia a livello nazionale che internazionale. Toti ricorda come, in generale, il 2018 non sia stato un anno particolarmente redditizio, a partire dalle instabilità atmosferiche di inizio estate al dramma del 14 agosto.
Le prospettive per il 2019
La speranza sta nel migliorare i numeri del 2019: grazie a campagne di immagine ad hoc e ad un piano di promozione vigoroso, si potrebbe riuscire a ristabilire il numero dei turisti – vecchi e nuovi – tramite anche il rifacimento ed il miglioramento di alcune zone particolarmente gettonate. In termini numerici, con il fondo strategico regionale, sono stati stanziati circa 7,5 milioni di euro che verranno raddoppiati e utilizzati in diversi ambiti: 6 milioni di euro (quindi 12 milioni) saranno destinati alla riqualificazione delle strutture alberghiere, un milione (quindi due milioni) per il paesaggio e la costruzione di nuove aree ed infine 500 mila euro (un milione) per un bando innovativo, nella speranza di favorire la creazione di associazioni che abbiano come scopo la valorizzazione e la realizzazione di nuovi prodotti turistici sul territorio.
A questo progetto si aggiunge un altro milione e mezzo indirizzato alla proposta di nuovi progetti infrastrutturali da parte dei singoli comuni, che abbiano, però, un palese interesse turistico.
Un aiuto per tutti
Nonostante l’opinione generale ritenesse che l’attenzione dovesse accentrarsi soprattutto sul capoluogo ligure, in realtà – anche in seguito ai dati registrati nel 2018 – tutta la regione avrebbe dovuto ricevere lo stesso trattamento in termini di promozione straordinaria del territorio. La Regione sarà quindi sempre più presente nelle capitali europee, tramite l’Agenzia in Liguria, affinché venga promosso il territorio ligure anche all’estero. Grazie alla prontezza che hanno avuto le istituzioni ad attivare delle vie alternative per i flussi turistici, il calo registrato a seguito del crollo è moderatamente contenuto. Hanno giocato un ruolo importante anche il porto di Genova, scalo primario per numerosi traghetti e navi da crociera, e quello di La Spezia, i quali consentono ai naviganti di avere del tempo per visitare le città e favorire, in questo modo, l’attività turistica. Altro elemento rilevante è l’Aeroporto Cristoforo Colombo di Genova, rimasto tagliato fuori dai collegamenti diretti con il centro città a causa della prossimità col ponte Morandi. Questo sarà oggetto di investimenti nel 2019 al fine di migliorare i legami con le principali nazioni straniere, tra le quali Svizzera e Paesi Bassi.
Il ponte ha contribuito? Si, ma non pesantemente.
In conclusione, il tragico crollo non ha infierito in maniera drastica sul turismo ligure, anzi. In generale, nei primi 11 mesi del 2018 sono stati registrati più di 1.900.000 turisti nel comune di Genova, 100 mila in più rispetto al 2017; in particolare, nel mese di novembre, vi è stato un incremento degli arrivi del 9%.